Con oltre 100.000 decessi per overdose registrati nel 2021 (il numero più alto mai raggiunto negli Stati Uniti) e meno del 15% delle persone con disturbo da uso di sostanze in trattamento attivo negli USA, Nora Volkow, direttrice del National Institute on Drug Abuse (NIDA), nel recente scritto "Making Addiction Treatment More Realistic and Pragmatic: The Perfect Should Not be the Enemy of the Good (National Institute on Drug Abuse, NIDA, nih.gov), raccomanda di pensare fuori dagli schemi ed abbandonare vecchi paradigmi di cura che non sono supportati e si sono rivelati chiaramente inefficaci.

Superare la visione tradizionale

Tra questi deve essere sicuramente superata la visione tradizionale secondo cui l’astinenza è l’unico obiettivo e l’unico risultato utile del trattamento della dipendenza. Sebbene non usare droghe o alcol rappresenti i minori rischi per la salute e sia spesso necessario per un recupero duraturo nel tempo, persone diverse potrebbero aver bisogno di opzioni diverse. Essendo la dipendenza una condizione cronica recidivante, ricadute temporanee dopo periodi di astinenza fanno parte dei normali accadimenti del percorso riabilitativo di molte persone e non si dovrebbe escludere che l’uso di alcune sostanze, anche durante il trattamento, possa rappresentare una via comunque utile da seguire per alcuni individui.

L’assistenza sanitaria e la società devono superare questa visione moralistica e dicotomica dell’uso di droghe e dell’astinenza e gli atteggiamenti e le pratiche di giudizio che ne derivano. D’altro canto, la riduzione del consumo eccessivo di alcol è già riconosciuta come un risultato clinico significativo nella ricerca e sviluppo di terapie per la dipendenza da alcol e gli endpoint clinici diversi dall’astinenza come la riduzione delle quantità consumate sono ora presi in considerazione negli studi sui farmaci per i disturbi da uso di droghe.

Stigmatizzazione e ricadute occasionali

La medicina può probabilmente imparare dal mondo del recupero, dove è sempre più frequente distinguere fra una assunzione isolata e sostenuta da condizioni puntuali ed il ritorno al consumo continuativo e compulsivo tipico della dipendenza. Questa distinzione ha permesso di riconoscere che, per alcune persone, la determinazione a guarire può risultare addirittura rafforzata dalla elaborazione dell’esperienza di simili episodi. D’altro canto, fintanto che il trattamento è considerato efficace solo se produce astinenza e corrisponde ad un giudizio di valore sulla persona in cura (conseguenza della stigmatizzazione dell’addiction), anche le ricadute occasionali possono innescare inutili sensi di colpa, vergogna e scoraggiamento; il cosiddetto “effetto di violazione dell’astinenza” può indurre a sentirsi una persona cattiva, debole o sbagliata per aver preso un drink o una droga dopo un periodo di astensione e portare addirittura a perdere fiducia e ad abbandonare il trattamento.

Un altro effetto deleterio dell’equiparare il successo del trattamento con la sola astinenza e considerare come fallimentare qualsiasi ricaduta è che molte persone con dipendenza patologica potrebbero non sentirsi pronte a cessare completamente l’uso della sostanza, rinunciando così a priori ad accedere alle cure di cui hanno bisogno. Ad esempio, per incoraggiare alla cura, sebbene non sia una ipotesi teoricamente ottimale, concentrare il trattamento sull’uso di oppioidi o metanfetamine anche mentre la persona continua a consumare cannabis o alcol rappresenterebbe comunque un beneficio netto per l’individuo e la salute pubblica.

Trattamento Pragmatico e Realistico

Affrontare la dipendenza in modo realistico e pragmatico richiede che non permettiamo che il meglio diventi nemico del bene. La tossicodipendenza è un disturbo curabile che ha alla base fattori biologici, psicologici e sociali ben conosciuti; non è un segno di debolezza o del cattivo carattere di una persona. L’uso continuo o saltuario di droghe, anche da parte di persone consapevoli del problema ed in cura, deve essere riconosciuto come parte del disturbo. Al pari della dipendenza, dobbiamo smettere di stigmatizzare le persone che usano droghe ed offrire loro supporto per prevenire le conseguenze più negative della loro malattia.

Come IEUD, siamo impegnati a condurre un’attenta analisi di tutte le dimensioni problematiche della dipendenza per poter sviluppare un programma di cura articolato e personalizzato sul singolo individuo, unico ed irripetibile, che offra le massime possibilità di successo nel tempo.