Le domande Qual è il modo “giusto” di vedere la tossicodipendenza? In generale, come vengono visti i tossicodipendenti, che sentimenti suscitano, che reazioni provocano? Si tratta di domande molto importanti perché sono il punto di partenza per qualsiasi discorso sulla dipendenza. Dalle risposte a queste domande deriva il modo in cui si pensa di dover affrontare il problema e di poter intervenire verso il tossicodipendente. La tossicodipendenza come cosa estranea alla “normalità” In genere si pensa che la tossicodipendenza sia qualcosa di assolutamente lontano dalla vita di una persona “normale”. La si pensa come qualcosa di incomprensibile, inspiegabile, estraneo, alieno.  Tuttavia, la nostra mente non riesce a considerare qualcosa, anche se è un oggetto sconosciuto, senza cercare di darle un senso, di spiegarsi che cosa sia. Questo meccanismo è automatico e inevitabile, perché la sensazione di avere di fronte qualcosa di sconosciuto e inspiegabile suscita disagio e insicurezza. In psicologia il meccanismo si chiama “ancoraggio”: quando si ha di fronte un qualcosa di nuovo e ignoto, si cerca nella propria memoria una somiglianza e quando la si trova si “ancora” l’oggetto sconosciuto a quella precedente conoscenza. Chiarificatrice è la nota storiella dei ciechi che non sanno cos’è un elefante e cercano di capirlo toccandolo: chi tocca la zampa dice che l’elefante è come una colonna; chi tocca l’orecchia dice che è come un ventaglio; chi