La marijuana è ancora oggi una delle sostanze illegali più utilizzate soprattutto nella popolazione giovanile. Ma quanto è pericoloso utilizzare questa sostanza e quali sono le conseguenze di un uso precoce e della dipendenza da cannabinoidi?

Gli effetti della marijuana sul cervello

Il delta 9 tetra idro cannabinolo, la sostanza psicoattiva contenuta nella marijuana, è un componente in grado di provocare dei danni in alcune aree del nostro cervello come la corteccia frontale, l’ippocampo e il cervelletto. In particolare, è in grado di provocare vivo la morte cellulare e il restringimento dei neuroni del cervello (le cellule che compongono la parte grigia del nostro cervello e che comunicano tra loro attraverso la parte bianca composta da fibre). Inoltre, è responsabile della frammentazione del DNA delle cellule dell’ippocampo. Sono note anche delle deviazioni nella sostanza bianca e delle comunicazioni aberranti tra il sistema limbico e la corteccia prefrontale. Queste zone del nostro sistema nervoso hanno un ruolo fondamentale nell’apprendimento, nella memoria e attenzione e nello sviluppo di competenze emotive.

I danni della marijuana negli adolescenti

Il processo di maturazione e di sviluppo del sistema nervoso centrale avviene soprattutto nell’adolescenza: la sostanza grigia si arricchisce e si sfoltisce, la sostanza bianca matura e le fibre nervose vanno in contro alla formazione di mielina (sostanza che avvolge le fibre della sostanza bianca e permette la corretta comunicazione tra le cellule). In termini di funzioni nell’adolescente si implementano funzioni fondamentali come apprendimento, memorizzazione, motivazione, coordinamento e sviluppo del sistema di gratificazione. Inoltre, in questo periodo si definiscono aspetti di personalità, autostima, self-efficacy, problem solving e decision-making. L’uso di sostanze tossiche, in questo momento fondamentale della crescita, possono portare allo sviluppo di patologie psichiatriche importanti, alterazioni della capacità di controllo su comportamenti compulsivi.

dipendenza da marijuana negli adolescenti depressione, rischi e conseguenze

L’uso precoce e cronico della marijuana, in particolare al di sotto dei 17 anni, può determinare gravi deficit cognitivi in particolare si osservano deficit della velocità psicomotoria, deficit nella ripetizione delle sequenze, deficit dell’apprendimento verbale, deficit del mantenimento dell’attenzione. Tali alterazioni sono strettamente connesse all’età di inizio dell’assunzione della cannabis e sono dose dipendenti. Tuttavia, mentre tali sintomi nell’adulto si risolvono dopo un’astinenza prolungata, negli adolescenti persistono anche dopo un mese dall’ultima assunzione. Ultimi studi hanno verificato alterazioni anatomico funzionali nelle aree ippocampali che sembrano permanere anche nell’età adulta.

La cannabis aumenta il rischio di depressione

Gli ultimi studi stanno evidenziando delle connessioni tra uso di cannabis e sviluppo di depressione nell’età adulta, problema che sembra riguardare maggiormente le donne, in particolare l’uso di cannabis in ragazze sotto i 15 anni, aumenta il rischio di sviluppare depressione e ideazioni suicidarie nei 15 anni successivi. A 20 anni il 30% delle persone che utilizzavano cannabis soffrivano di depressione. L’uso della cannabis è molto pericoloso in gravidanza, alcuni studi hanno rilevato che bambini esposti a cannabis durante la gestazione hanno un elevata probabilità di sviluppo di depressione a 10 anni.

Vi sono sicure implicazioni tra uso di cannabinoidi e sviluppo di disturbi psicotici, fattore determinante è l’età di inizio di consumo della cannabis e a 15 – 18 anni quadruplica il rischio di sviluppare psicosi all’età di 26 anni. Il cervello adulto che è stato esposto al consumo di cannabis è vulnerabile allo sviluppo di disturbi psichiatrici nell’ipotesi di una psicosi indotta dalla cannabis.

Attenzione: l’uso di cannabis precoce può portare all’utilizzo di altre droghe

Dobbiamo inoltre ricordarci che l’uso di cannabis precoce può avere un ruolo importante nella sperimentazione di altre sostanze con maggiori effetti psicogeni, può indurre una persona ad amplificare un comportamento compulsivo ed esplorativo verso altre droghe. Su 5000 soggetti tra i 14-16 anni, il 26% delle persone che hanno sperimentato cannabis come prima droga hanno poi usato altre sostanze. L’86% di persone che usano sostanze illecite ha prima usato cannabis. Solo 1% dei soggetti usa direttamente una droga pesante. A 15 anni, chi usa cannabis, ha il rischio di 60 volte maggiore di passare all’uso di altre droghe.

In conclusione, i cannabinoidi non possono essere considerati delle sostanze innocue in quanto in età giovanile, usate in modo persistente e ad elevate dosi, sono responsabili non solo di alterazioni dello sviluppo del sistema nervoso centrale permanenti, ma comportano anche un elevato rischio verso il passaggio a sostanze psicotrope più incisive.

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