I social media, come Facebook, Instagram e molti altri, sono diventati un’icona. Facebook è la piattaforma più conosciuta ed utilizzata nel mondo, quasi un terzo della popolazione mondiale ha un profilo su questo social.

Numerose ricerche sull’utilizzo dei social media hanno mostrato una correlazione tra aumento nell’uso dei social ed aumento dei casi di depressione e disturbi dell’umore negli adolescenti.

Ovviamente questo non significa che i social siano la causa diretta di disturbi depressivi nei ragazzi, le cui origini possono essere moltissime e variare dai fattori genetici a quelli ambientali. Ma un uso considerevole di smartphone e di social possono influire su alcune di queste variabili, contribuendo ad esempio all’isolamento sociale, al bullismo da parte dei coetanei, alla privazione del sonno e ad alterazioni dell’umore.

Gli effetti dello smartphone negli adolescenti

Oggi molti adolescenti si sentono sempre più soli. Lo smartphone può così in alcune situazioni diventare l’unico appiglio per una vita sociale, fagocitando ogni possibilità di conoscere e frequentare altre persone. Si preferisce chattare con gli amici su WhatsApp anziché incontrarli di persona, ordinare cibo su Just Eat anziché uscire a mangiare, guardare Netflix anziché andare al cinema. E così gradualmente si smette gradualmente di conoscere nuove persone, perché si riducono sempre più le situazioni in cui è possibile farlo. Così l’utilizzo degli strumenti tecnologici può portare alla perdita del contatto con la vita scolastica e di relazione, può costituire una soluzione inconsapevole alle difficoltà della vita reale, può riempire il vuoto che deriva dalle difficoltà di interagire con gli altri.

Più della metà degli adolescenti che leggono in continuazione stati, tweet o vedono foto degli amici sui social pensano di non divertirsi abbastanza, credono di perdersi qualcosa della loro vita, di non far nulla di entusiasmante, e di conseguenza possono anche sentirsi inferiori ai coetanei. Tale complesso di inferiorità può produrre conflitti interiori di insicurezza e paura, talvolta tanto profondi da far cadere i ragazzi in depressione.

Tuttavia, se da un lato è proprio la continua connessione virtuale a provocare depressione e ansia, dall’altro è per molti anche un modo per calmarsi e ritrovare equilibrio. Questo può apparire un dato paradossale e contraddittorio, ma non lo è affatto. E’ la stessa dipendenza che ci impone di far ricorso a questi strumenti quando ci troviamo in una situazione di ansia e stress: la connessione continua ai social media è fonte di ansia e stress ma al tempo stesso è usata come auto-terapia. Il dato è preoccupante perché la dipendenza non può che auto-alimentarsi, se si avvia un processo di auto-terapia.

Ma i genitori cosa possono fare?

Ci sono alcuni campanelli d’allarme caratteristici come l’alterazione del ciclo sonno-veglia, l’isolamento sociale e il mutare di alcuni tratti caratteriali. I genitori quando c’è un’alterazione delle abilità relazionali e sociali devono interrogarsi su cosa sta succedendo ai loro figli e favorire il più possibile il dialogo.

È importante un lavoro di prevenzione: insegnare agli adolescenti ad autoregolare l’uso dello smartphone e rieducarsi a un utilizzo meno massiccio del telefonino, senza che limiti e regole arrivino dagli adulti. Un esercizio da suggerire ai ragazzi potrebbe essere quello di provare a lasciarlo a casa in alcune occasioni, non pensarci almeno per qualche ora, utilizzarlo solo se strettamente necessario per disabituare la mente alla necessità di contattare gli altri.

Ma quando l’uso diventa una compulsione e la qualità della vita dei ragazzi comincia a risentirne, una soluzione può essere quella di rivolgersi a un professionista.

Riprendi il controllo della tua vita, libero dalla dipendenza.

I nostri servizi sono adesso disponibili anche online.