La storia di Maria, 26 anni appena compiuti e una dipendenza da antidepressivi.

Arriva da noi dalla Calabria, il padre ci ha contattato tramite internet. Dice che ha deciso di rivolgersi ad un centro del nord perché altamente qualificato e capace di garantire la privacy e la riservatezza di sua figlia.

Maria è un ragazza di poche parole con uno sguardo simpatico, lontano dall’immaginario della persona scavata dalla depressione. Inizialmente si relaziona con noi con una certa diffidenza non siamo, dice,  parte della sua famiglia e perché mai dovrebbe allora raccontarci i fatti suoi? L’uso degli antidepressivi, dice, è iniziato da oltre due anni; era triste per una storia d’amore finita male e adesso non riesce a fare niente senza le sue pillole, non si alzerebbe nemmeno dal letto. Lei ed i suoi genitori vivono questa dipendenza come una “macchia da lavare in fretta”,una faccenda da sistemare il prima possibile prima che diventi una chiacchera nel paese”.

Maria accetta di iniziare una psicoterapia online

Questa estrema semplificazione rende difficile un aggancio reale e la possibilità di condividere obiettivi che richiedono una sua partecipazione attiva alla cura. Maria accetta di iniziare una psicoterapia online anche se la distanza geografica si rivela presto irrisoria di fronte alla ben più consistente distanza che questa ragazza ha dal suo vero sé e dalla accettazione dei suoi problemi. La mia storia personale è irreversibile, dice, non riuscirò mai più a fidarmi di un ragazzo. La mia vita è finita. Nessuno mi vorrà se la mia dipendenza diventerà di dominio pubblico.

Una ricaduta nell’uso del farmaco

Il percorso di cura, com’è inevitabile, si arena subito.

Dopo circa quattro mesi di silenzio, riappare. Ha avuto una ricaduta importante nell’uso del farmaco che ammette, a fatica, di vivere come un affronto al suo orgoglio.  Pensava di farcela da sola con un po’ di volontà ed è convinta di aver deluso la sua famiglia alla quale tiene più che ad ogni altra cosa.

Si presenta di persona in studio a Milano e da lì riprende la psicoterapia online e, con il nostro psichiatra, imposta un trattamento psicofarmacologico a salare più adeguato ai suoi reali bisogni.

La riflessione su di sé è sempre faticosa ma Maria mostra piano piano di tenerci sempre di più a questo legame terapeutico: è puntuale agli appuntamenti e si racconta con maggior libertà.

La modalità online aiuta Maria ad aprirsi di più con lo psichiatra

La modalità online diventa anche un modo per entrare a piccoli passi nella sua vita e nella sua intimità.  Attraverso lo schermo del computer ci mostra la sua cameretta, i poster appesi alle pareti ed il panorama dalla sua finestra.  Progressivamente aumenta il contatto emotivo nelle sedute, le conversazioni si fanno più partecipate e la sensazione di doverle quasi estorcere le parole di bocca lascia spazio ad una maggiore spontaneità nell’interazione.

La terapia online va avanti regolarmente da oltre sei mesi, ha ridotto gli psicofarmaci che assume senza vergognarsi.  Questa modalità di trattamento online  si è rivelato funzionale perché ha permesso di creare una relazione di fiducia rispettando le sue resistenze all’apertura verso gli altri. Lo IEuD è diventato parte della sua famiglia perché è stato ammesso a condividere un segreto.

Mai, infatti, Maria si sarebbe rivolta ad un centro del suo territorio così preoccupata che “la cosa non si sappia al di fuori della famiglia”. Potremmo oggi dire che il trattamento online ha rappresentato per Maria e la sua famiglia, la distanza ottimale per potersi avvicinare al problema ed iniziare ad affrontarlo come tale e non come una vergogna.

Riprendi il controllo della tua vita, libero dalla dipendenza.

I nostri servizi sono adesso disponibili anche online.