Cos’è l’ipersessualità

La sessualità è un aspetto centrale della nostra esistenza finalizzato, oggi più che un tempo, non solo alla riproduzione ma anche alla ricerca del piacere. Fare l’amore è un’esperienza olistica – fisica, mentale e sensoriale insieme – capace di alleviare stress, ansia ed emozioni negative.

Non è un bisogno primario (senza sesso si può vivere comunque), tuttavia è un ingrediente fondamentale per la soddisfazione ed il benessere personali. Se qualcosa non va in quest’area della vostra vita, quindi, è assolutamente normale risentirne.

Tra i tanti “malfunzionamenti” possibili vi è anche quello dell’ipersessualità. Con questo termine indichiamo un investimento eccessivo nel campo della sessualità, sia vissuta in una dimensione solitaria che relazionale. Quest’attenzione eccessiva può mostrarsi unicamente a livello di pensiero oppure anche comportamentale; può riguardare il mondo virtuale, quello reale o addirittura entrambi.

Rientrano dunque in questa categoria esperienze anche molto differenti tra loro: masturbazione compulsiva, dipendenza da pornografia, frequentazione compulsiva di prostitute, ricerca irrefrenabile di relazioni extraconiugali o di rapporti plurimi che spesso, sull’impeto di un’eccitazione senza briglie, avvengono senza protezione.

Ad essere eccessivo non è tanto l’atto in sé bensì il tempo che ad esso viene dedicato. Per chi soffre di ipersessualità, l’atto sessuale non è più qualcosa capace di rigenerare, ma piuttosto di esaurire fisicamente e psichicamente. L’ipersessualità, a differenza del sesso, non rinvigorisce ma indebolisce, non appaga ma lascia eternamente affamati, non fa sentire completi ma inconsolabilmente soli.

L’ipersessualità è una perversione?

La sessualità è un campo intimo e profondamente sconfinato. A prescindere dalla morale di ciascuno, più severa oppure indulgente a seconda dei casi, non è semplice definire che cosa sia normale e che cosa, invece, patologico.

Eppure:

  • se non esercitate la sessualità con qualcuno che non sia consenziente
  • se non arrecate dolore ad altri contro il loro volere
  • se non approfittate di chi, per vari motivi, non è fino in fondo padrone delle proprie decisioni

non ci sono ragioni per colpevolizzare la vostra condotta o per additarla in modo moralmente censorio come un vizio sporco e parafilico. Per cui state tranquilli, non sentitevi sbagliati, inadeguati o cattivi. Il vostro unico faro dev’essere il rispetto dell’altro, l’etica della relazione.

Eppure c’è una cosa che possiamo dire con totale certezza in merito all’ipersessualità: essa è sicuramente una dipendenza. Vediamo adesso come riconoscerla.

Un identikit

Che cosa accomuna dunque tutti gli ipersessuali?

1) Se soffrite di ipersessualità vi sarete sicuramente trovati ad avere rapporti sessuali senza molta voglia oppure a navigare ore e ore su siti pornografici semplicemente per ingannare la noia. La sessualità, per una persona che soffre di questo disturbo, serve a colmare un vuoto non soddisfa un desiderio. E allora il comportamento compulsivo diventa un tentativo legittimo di ricercare maggior benessere, prendendosi cura di quel vuoto: è la medicina, però, ad essere inefficace.

2) Se soffrite di ipersessualità molto probabilmente avrete notato di agire spesso per impulso, non per sentimento. L’atto sessuale svincolato da un’emozione spontaneamente sorta non è un gesto di relazione, non crea un legame: l’Altro non c’è mai veramente. Ecco perché gli ipersessuali cercano sempre nuovi stimoli, in maniera incessante e vorace: se mi lego mi fermo, se non ne sono capace vago eternamente.

3) E ancora, se soffrite di ipersessualità avrete collezionato tante esperienze in questo campo ma sarete probabilmente insoddisfatti. Conoscerete tutti i segreti di una sessualità non convenzionale ma forse non la bellezza del fare l’amore. Il sesso è un’esperienza olistica dove l’eccitazione, inizialmente preponderante, retrocede piano piano sullo sfondo lasciando spazio al benessere e all’omeostasi. Se non si riesce a vivere qualcosa fino in fondo, però, non ci si sentirà mai sazi. Dopo un rapporto sessuale oppure un atto masturbatorio avrete allora la sensazione di esservi scaricati ma non vi sentirete appagati bensì soli, in colpa e frustrati.

4) Infine, se soffrite di ipersessualità, vi angustierà la sensazione che il tempo che dedicate al sesso, così contemplato, è un tempo perso, non vissuto, sottratto a qualcosa di ben più importante e gratificante in cui potreste cimentarvi. La sessualità, sinonimo di vitalità e scoperta, è diventata per voi un ritiro dal mondo, un comodo anestetizzante dai problemi dell’esistenza che sta piano piano logorando la vostra vita affettiva, professionale e sociale.

Se avete letto (e riletto) questo breve articolo con un’attenzione speciale, probabilmente la questione in qualche modo vi riguarda. Tuttavia abbattersi e colpevolizzarsi non serve a nulla (anzi, aumenta il rischio di ricaduta) né, tanto meno, ingaggiare vane battaglie con se stessi per cercare di uscirne da soli.

Chiedete invece aiuto ad un professionista psicologo esperto nel campo delle dipendenze.

La Redazione