Introduzione L’addiction è definita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) come una “patologia cronica e recidivante”, considerando sia la lunghezza del periodo della vita della persona lungo il quale si estende il decorso della patologia stessa sia la frequenza delle ricadute dopo periodi di remissione. Basterebbe questo per far comprendere come il ricovero e la disintossicazione, in quanto interventi puntuali e limitati nel tempo, non possano rappresentare una “soluzione definitiva” del problema. In effetti, attualmente il ricovero e la disintossicazione sono utilizzati in una minoranza dei casi che vengono all’osservazione clinica e per finalità specifiche. Il ricovero, inoltre, comporta un investimento notevole; che si svolga in regime privato e quindi con un onere economico non indifferente per il paziente, oppure in regime pubblico dove l’onere economico ricade sulla collettività, in ogni caso richiede un cambio del regime di vita significativo: interrompere il lavoro o gli studi eventualmente con la necessità di giustificare l’assenza con motivazioni magari generiche o imbarazzanti, affrontare un ambiente artificiale come la clinica che richiede adattamento, accettare limitazioni alla libertà di movimento e alla frequentazione dei familiari e conoscenti, sottoporsi a terapie e a controlli quotidiani. Spesso, una difficoltà deriva dal non riconoscersi negli “altri” pazienti e dal rifiuto di essere assimilati a soggetti visti come mo