Torniamo a parlare di chemsex, ovvero di quella sessualità promiscua praticata sotto l’effetto di
sostanze disinibenti ed eccitanti, diffusa inizialmente a Londra tra le comunità gay, ora presente in
modo dilagante anche nelle grandi metropoli italiane.

Che cos’è il Chemsex?

Il chemsex nasce come fenomeno di sperimentazione di una sessualità di gruppo maggiormente
disinibita, priva di freni inibitori e amplificata che ha interessato maggiormente maschi
omosessuali. La spinta erotica ed eccitatoria è sostenuta dall’uso di sostanze
disinibenti e stimolanti come il GHB (acido idrossibutirrico anche noto come “droga dello stupro”), il
mefedrone, l’amfetamina, la metanfetamina, la ketamina, la cocaina, MDPV, cocktail che si
accompagnano a farmaci che favoriscono e mantengano la funzione erettile come Cialis e Viagra.
Gli incontri solitamente si organizzano tramite i social in case private e i partecipanti possono
essere anche una quindicina, incontri che non si esauriscono in una notte.

Effetti del Chemsex

In questi contesti la persona si trova immersa in un mondo in cui il tempo è sospeso, la relazione
con l’altro è veicolata dalle sostanze, la percezione del proprio corpo è amplificata al massimo,
ogni limite è superabile e il senso di onnipotenza è al massimo.

Questa “sbornia” di sensazioni spinte all’estremo e l’uso sostenuto e incontrollato di
sostanze rappresentano un alto rischio di sviluppare dipendenza dalle droghe. Inoltre,
l’abbassamento delle difese rispetto ad una sessualità promiscua può determinare una
maggiore diffusione di malattie infettive. Le difese protettive della persona si allentano e si è più
esposti e meno consapevoli rispetto al tema di malattie sessualmente trasmesse.

Ad oggi rispetto all’HIV sono a disposizione dei farmaci che abbattono la carica virale nel sangue
(PrEP) e permettono di avere rapporti sessuali anche non protetti. Il problema, tuttavia, permane
per le persone che non sanno di aver contratto il virus e che praticano il sesso senza alcuna
prevenzione. Ricordiamo anche che, quando parliamo di malattie sessualmente trasmesse, non
parliamo solo del virus dell’HIV ma anche:

  • epatite C
  • sifilide
  • gonorrea
  • herpes e altri ancora

Come ogni dipendenza, inoltre, si evidenzia il rischio di spingere l’acceleratore sempre più in
basso per provare sensazioni sempre più forti passando così da una sostanza inalata alla stessa
sostanza assunta per via iniettiva e ad aumentare sempre più la frequenza a questi incontri.
Non dimentichiamoci che questo non è un fenomeno di “nicchia”, le donne che accedono
ai chemsex sono salite al 30%: i rischi legati al praticare sesso senza protezione rimangono
dunque molto alti.

La Redazione

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